domenica 7 agosto 2016

I nostri alberi che definivano VIVI



L'assessore Alvaro Ricci aveva definito lo "spostamento", da parte della ditta costruttrice, degli ulivi per far posto alla costruzione della palestra, il tutto come : "un piccolo disagio da sopportare per il bene del quartiere, che poi verrà fuori un bel parco.." avevano anche assicurato che gli ulivi reimpiantati non avrebbero subito danni. Ecco a distanza di un anno i risultati, ulivi secchi e ora il comune procede al loro taglio



"Il giorno 25 maggio 2015 la ditta appaltatrice CO. GE. DI s.r.l.di Montefiascone (Vt) ha iniziato. come da capitolato d’appalto xxxx ad effettuare l’opera di espianto e reimpianto di alcuni olivi che insistevano sul terreno ove doveva essere costruita sempre dalla medesima ditta la Palestra polivalente. L’opera avveniva dopo aver potato in modo grossolano le piante, che dopo il 31 marzo, secondo la corretta prassi agronomica non possono essere potate per non comprometterne la naturale crescita».
«L’espianto e il reimpianto delle piante, avveniva anch’esso in modo grossolano arrecando ulteriori danni alle piante. In particolare la ditta appaltatrice ha utilizzato una scavatrice, atta al movimento terra e non all’opera a regola d’arte di espianto ed impianto. La stessa veniva utilizzata anche per il trasporto delle piante dal luogo dell’espianto a quello di reimpianto. Da quanto esposto e dalla documentazione allegata si crede che il lavoro non sia stato eseguito a regola d’arte pur essendo previsto dal contratto firmato con l’ente appaltante (Comune di Viterbo).
Il contratto di appalto prevede, all’articolo 15 lettera a) le clausole di risoluzione dello stesso per “frode nell'esecuzione dei lavori”; e alla lettera c) per “manifesta incapacità o inidoneità, anche solo legale, nell’esecuzione dei lavori”. Il disciplinare di gara al punto 1.3 lettere i) ed L) prevede che la ditta che deve eseguire i lavori dichiari di avere a disposizione i mezzi e materiali adeguati per procedere all’esecuzione del lavoro a regola d’arte. Da quanto esposto e dalla documentazione allegata si evince esattamente il contrario, ovvero la ditta appaltatrice non disponeva dei mezzi adeguati allo svolgimento dell’opera e non era in grado di attuarla a regola d’arte. Secondo quanto previsto dall’articolo 7 del contratto è possibile “la sospensione dei lavori su ordine del direttore dei lavori nei casi di avverse condizioni climatologiche, di forza maggiore, o di altre circostanze speciali che impediscono la esecuzione o la realizzazione a regola d’arte dei lavori, compresa la necessità di procedere alla redazione di varianti in corso d’opera”. Malgrado questa possibilità il direttore dei lavori non ha sospeso i lavori, manifestando ulteriore grado di incompetenza nell’esecuzione a regola d’arte degli stessi».
la Provincia di Viterbo ha adottato le linee guida per la redazione di Piani del Verde previsti dalla normativa europea, nazionale e regionale nei cui allegati sono descritte le modalità di espianto e reimpianto degli alberi d’olivo. Tale allegato è stato prodotto con il contributo dell’Università della Tuscia. Il Comune di Viterbo non dispone ancora di un Piano del Verde. La mancanza all’adempimento di questa disposizione obbliga la ditta appaltatrice ad utilizzare la legge di categoria giuridica superiore, ovvero quella provinciale.
Nel giorno 26 maggio si è tenuta presso il Consiglio Comunale di Viterbo una discussione sui lavori e sui danni provocati dalla ditta appaltatrice secondo quanto sopra esposto anche utilizzando la stessa documentazione fotografica in questo esposto. L’ente appaltante è stato quindi adeguatamente informato sia nella persona del sindaco Michelini che dell’assessore all’Urbanistica Ricci. Pur avendo evidenza della manifesta incapacità o inidoneità, anche solo legale, nell’esecuzione dei lavori, l’amministrazione del Comune di Viterbo, ovvero l’ente appaltante non ha sospeso i lavori. Questo potrebbe configurare uno spreco di denaro pubblico poiché speso con una ditta appaltatrice che già oggi appare inidonea ed incapace che potrebbe non condurre a termine in modo corretto la commessa»."

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