C'era una volta un parco,
l'ultima oasi naturale in un grande quartiere 'dormitorio' martoriato dal cemento, unito al resto del mondo da una stradina piccola e angusta che sembrava un imbuto…
In quello scampolo di verde, incontaminato e bellissimo, dove dimoravano tre splendide querce e sessantaquattro ulivi, i bambini erano felici e facevano tanti laboratori; i ragazzi studiavano all'ombra delle querce; le signore prendevano il tè e chiacchieravano amabilmente; gli anziani leggevano il giornale seduti sulle panchine che gli abitanti avevano costruito da soli; un musicista aveva scelto quel luogo per provare e riprovare le sue melodie; gli amici a quattro zampe passeggiavano con i loro umani…
Lì si facevano i picnic, ci si ritrovava, quasi quotidianamente, ma soprattutto il sabato pomeriggio.
Lì si era costituita una comunità e, grazie a quel parco, le persone, che erano tante, ma tanto sole perchè prima neanche si conoscevano, finalmente avevano trovato un punto di aggregazione che li rendeva contenti e partecipi.
Ma un brutto giorno, 'quelli' che vivevano nel 'palazzo' decisero: "Tutto questo non è un bene!" "Questa situazione va risolta!". Così, una mattina, arrivarono le ruspe che scavarono e trivellarono all'impazzata.
"Dovete far presto. Sbrigatevi!", dicevano i signori del palazzo agli omini delle ruspe.
Così, in pochi giorni, spazzarono via tutto: ulivi, alberi di Pasqua e dei pensieri; calpestarono cartelloni creati dai bambini, centrini fatti all'uncinetto con tanto amore; strapparono via radici, insieme a pezzi di vita e di sogni infantili..."E' per il vostro bene"- ripetevano - "Quello non era un parco"... "Vi siete sbagliati"... "era F7, no, anzi, F6... F2.. vabbè, tanto l'impianto si fa lì e basta!" - tuonò quello più arrogante di tutti - "Il quartiere ne ha bisogno... E' per il suo bene, è per il vostro bene..." …
Mirco
l'ultima oasi naturale in un grande quartiere 'dormitorio' martoriato dal cemento, unito al resto del mondo da una stradina piccola e angusta che sembrava un imbuto…
In quello scampolo di verde, incontaminato e bellissimo, dove dimoravano tre splendide querce e sessantaquattro ulivi, i bambini erano felici e facevano tanti laboratori; i ragazzi studiavano all'ombra delle querce; le signore prendevano il tè e chiacchieravano amabilmente; gli anziani leggevano il giornale seduti sulle panchine che gli abitanti avevano costruito da soli; un musicista aveva scelto quel luogo per provare e riprovare le sue melodie; gli amici a quattro zampe passeggiavano con i loro umani…
Lì si facevano i picnic, ci si ritrovava, quasi quotidianamente, ma soprattutto il sabato pomeriggio.
Lì si era costituita una comunità e, grazie a quel parco, le persone, che erano tante, ma tanto sole perchè prima neanche si conoscevano, finalmente avevano trovato un punto di aggregazione che li rendeva contenti e partecipi.
Ma un brutto giorno, 'quelli' che vivevano nel 'palazzo' decisero: "Tutto questo non è un bene!" "Questa situazione va risolta!". Così, una mattina, arrivarono le ruspe che scavarono e trivellarono all'impazzata.
"Dovete far presto. Sbrigatevi!", dicevano i signori del palazzo agli omini delle ruspe.
Così, in pochi giorni, spazzarono via tutto: ulivi, alberi di Pasqua e dei pensieri; calpestarono cartelloni creati dai bambini, centrini fatti all'uncinetto con tanto amore; strapparono via radici, insieme a pezzi di vita e di sogni infantili..."E' per il vostro bene"- ripetevano - "Quello non era un parco"... "Vi siete sbagliati"... "era F7, no, anzi, F6... F2.. vabbè, tanto l'impianto si fa lì e basta!" - tuonò quello più arrogante di tutti - "Il quartiere ne ha bisogno... E' per il suo bene, è per il vostro bene..." …
Mirco
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